Il Green Deal europeo comprende l’obiettivo di ridurre, rispetto al 1990, le emissioni di gas a effetto serra del 90 % entro il 2050. Il primo step sarà quello di avere 30 milioni di veicoli a emissioni zero entro il 2030 per poi arrivare alla neutralità carbonica nel 2050. Su questo fronte, molti produttori stanno investendo in veicoli a celle a idrogeno per il parco veicoli commerciali, gli autobus e il trasporto pesante. Queste promettenti opzioni sono sostenute nell’ambito delle strategie dell’UE per l’integrazione del sistema energetico e per l’idrogeno, nonché del piano d’azione strategico sulle batterie. Fondamentale, quindi, per mettere in moto la sostenibilità sarà alimentare i mezzi del futuro ad idrogeno o a trazione elettrica.
Soluzioni di trasporto messe a confronto: quale inquina di meno?
Ma partiamo per gradi: quali sono, ad oggi, le soluzioni di trasporto più ecologiche? Il settore dei trasporti nel suo complesso rappresenta oggi il 25% del totale delle emissioni di gas serra nell’ Unione Europea. Esse provengono principalmente dal trasporto su strada/gomma (72%), mentre il 14% e il 13% delle emissioni provengono rispettivamente da navi e aerei. Secondo l’ultimo Rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), dal titolo “Trasporti e ambiente 2020”, la forma di mobilità più sostenibile in termini di emissioni inquinanti e consumo di energia è il treno. Sul fronte trasporto passeggeri su strada, vincono ovviamente autobus e pullman. Prendere l’aereo non è necessariamente la scelta peggiore per percorrere lunghe distanze. Piuttosto, lo è viaggiare da soli con un’auto a benzina o diesel! In termini assoluti, quindi, sono proprio le auto ad essere il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico mentre il treno, se escludiamo gli spostamenti a piedi o in bicicletta, risulta essere l’alternativa migliore.
Per capire quanto inquiniamo quando viaggiamo, basta dare uno sguardo ai dati messi a disposizione dalla International Railways Union in collaborazione con l’European Environment Agency. Secondo i calcoli del sito Ecopassenger, un viaggio di sola andata Roma-Parigi comporta la produzione di 35 chili di Co2 per passeggero se ci si sposta in treno, quasi 139 chili muovendosi in macchina, e circa 104 spostandosi in aereo. Quindi come ridurre la nostra impronta ecologica quando ci muoviamo? Prediligendo il treno anziché la propria auto personale o, se proprio ci è impossibile, condividere i nostri spostamenti con altri passeggeri.
Treno vs. aereo: e se il futuro fosse ad idrogeno?
Senza dubbio il trasporto su ferrovia si sta sempre di più dirigendo verso una svolta importante per la decarbonizzazione del settore. Alcuni paesi hanno già iniziato a elettrificare i treni già da diverso tempo, ma questo processo può risultare costoso. L’idrogeno, al contrario, non richiede la realizzazione di una costosa infrastruttura elettrica in quanto consente ai treni di circolare sull’infrastruttura ferroviaria esistente. Sebbene sia sostenibile e silenzioso quanto l’elettricità, non è altrettanto costoso. Per questo motivo, qualsiasi località che non possieda già un’infrastruttura per treni elettrici potrebbe più facilmente introdurre treni a idrogeno. Un esempio? Dal 2019 il Regno Unito sta testando treni alimentati a idrogeno, chiamati Hydroflex, nel contesto del piano nazionale per eliminare i treni diesel entro il 2040. O ancora, nell’ambito del progetto Zero Emission Train, la University of St. Andrews in Scozia ha avviato lo scorso anno un progetto per convertire all’idrogeno un treno a tre vagoni.
Sul fronte del trasporto aereo, invece, la questione diventa più complessa ma non per questo impossibile da risolvere. Mentre vi sono sforzi per elettrificare piccoli aerei per voli di breve durata, nel caso degli aerei commerciali, che possono trasportare anche centinaia di passeggeri, è richiesta una quantità di energia molto superiore a quella che le batterie moderne possono fornire. In futuro, però, le celle a combustibile a idrogeno e il carburante sintetico per jet potrebbero aiutare a decarbonizzare anche questo comparto. A questo proposito, vi sono già dei progetti pilota, principalmente in Europa, dove Airbus intende realizzare entro il 2035 un velivolo a emissioni zero (chiamato ZEROe) con l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio del settore di oltre il 50%. Il futuro per la sostenibilità di questo settore potrebbe essere però anche legato ai “carburanti per aviazione sostenibili”, o SAF. Boeing, per esempio, ha posto l’accento sullo sviluppo di più aerei a basso consumo di carburante e si impegna a garantire che tutti i suoi aerei commerciali possano volare esclusivamente con carburante “sostenibile” prodotto da rifiuti, piante e altri materiali organici. Infatti, nel settembre 2020, l’Air Transport Action Group, un ente con sede a Ginevra che parla a nome dell’industria aeronautica globale, ha pubblicato una serie di scenari che suggeriscono che, anche se il volume del traffico aereo aumenta, sarà possibile per l’aviazione globale raggiungere le emissioni zero di anidride carbonica, ma solo una decina di anni dopo il 2050 e la svolta sarà data proprio da questi carburanti.